IL BORGO PIU’ BELLO DI ITALIA 2016
Di origini arabe, per distinguerla dal comune omonimo toscano, prese nel 1863 l’aggiuntivo di Zabut dal nome dell’antico castello così denominato dall’emiro Zabut; ma nel 1923 assunse la denominazione attuale.
La cittadina è inclusa nel club de I borghi più belli d’Italia, l’associazione dei piccoli centri italiani che si distinguono per la grande rilevanza artistica, culturale e storica, per l’armonia del tessuto urbano, la vivibilità e i servizi ai cittadini. In seguito alla partecipazione al programma di Rai3 Kilimangiaro – Il Borgo dei Borghi è stata proclamata “Borgo dei borghi 2016”.
Fa parte dell’Associazione Nazionale Città del Vino, dell’Unione dei comuni Terre Sicane e del Distretto turistico regionale “Vini & Sapori di Sicilia”.
Adagiata su una collina, Sambuca di Sicilia dista 89 km da Agrigento e 78 km da Palermo, si trova nella Valle del Belice a 350 m s.l.m. Sambuca è circondata a nord-est da boschi e colline, tra le quali svetta la cima di Monte Adranone (889 m), il versante sud del Monte Genuardo, il Pizzo del Corvo e la Montagna Grande; a sud-ovest dalle valli del fiume Carboj e del torrente Rincione che formano il bacino artificiale del Lago Arancio.
Tanti stili si sono intrecciati e di tante epoche Sambuca è testimone e conserva i segni. Sul monte Adranone sorge il complesso archeologico del IV secolo a.C. e l’antico casale arabo nell’area di villeggiatura. Facciate barocche e palazzi dell’Ottocento si mescolano ad una centro storico di origine araba le cui espressioni più vive sono li setti vaneddi(sette vicoli saraceni), la chiesa della Matrice e il terrazzo Belvedere, resti dell’antico castello dell’Emiro. Importanti anche il seicentesco palazzo Panitteri (nei pressi del Museo etno-antropologico), il palazzo dell’Arpa (sede del Municipio) e il palazzo Ciaccio, la chiesa del Carmine con la statua marmorea di scuola gaginiana della Madonna dell’Udienza, Patrona di Sambuca di Sicilia, e la chiesa di San Michele Arcangelo con il fercolo equestre in legno di San Giorgio che trafigge il drago. Segno di una popolazione attenta alla cultura è il teatro comunale L’Idea e l’Istituzione Gianbecchina.
Fuori dal centro storico, rimangono le antiche torri di Pandolfina e Cellaro e il fortino di Mazzallakkar del quale emergono le torri nei soli mesi estivi quando il livello del Lago Arancio si abbassa.
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